
Il coronavirus è ormai entrato nel nostro immaginario e conferma come scrive Nadia Terranova sul Foglio due certezze: la prima reazione è la paura di essere contagiati dove l’imprevedibilità del pericolo invisibile supera la consapevolezza razionale di essere al sicuro; la seconda è quella che qualsiasi cosa accade la letteratura l’ha raccontata prima.
Ma cos’è la paura? La paura è un’emozione potente generalmente di difesa, da tutte quelle possibilità negative in cui l’uomo è immerso nell’enorme vastità del possibile che schiaccia l’interiorità, fino al terrore e al panico.L’uomo sperimenta la propria capacità di vivere e sviluppa un suo personale modo di reagire alle situazioni difficili perché la paura è un fondamento dell’essere e quindi dell’esserci nel mondo in cui l’aver paura davanti alla possibilità del male, è condizione essenziale del vivere.
La paura di aver paura è paradossalmente l’estraneazione dal mondo in un non senso che diventa angoscia come reazione per proteggersi dal dolore in un vuoto di significatività in cui l’altro, il diverso, lo straniero è responsabile. La paura del contagio può divenire per alcuni insopportabile, le persone si sentono minacciate perché la malattia è ancora ignota e si sta propagando velocemente.
Mentre la paura è sempre paura di qualcosa di determinato, l’angoscia è l’essenziale indeterminatezza ma in questa indeterminatezza, il mondo nel rischio reale di trasmissione del virus si interroga consapevolmente.La paura del contagio non può essere demonizzata, negata, spostata, va compresa, incanalata su dati di realtà, su informazioni scientifiche e non allarmistiche e quando necessario vanno prese delle precauzioni, quelle dettate dalle autorità competenti.
Permettiamoci dunque di avere paura, evitare la paura non fa che aumentarla, rinforzarla, fino a perdere il contatto con i dati reali, intravediamo le risorse e i mezzi per lenire il vuoto creato dall’ignoto.
Quando siamo immersi nella paura, possiamo notare che la paura si mescola a una pletora di sentimenti diversi... Entrare nella paura non vuol dire che si ridurrà, la consapevolezza ci aiuta a comprenderla senza restarne prigionieri.