
“La consapevolezza è oggi più che mai rilevante come efficace contrappeso allo stress, per garantire e rafforzare la salute, il benessere, e forse perfino il nostro equilibrio psichico.”
Jon Kabat-Zinn
Nel corso degli ultimi anni il concetto di consapevolezza ha destato grande interesse in diversi ambiti disciplinari quali la psicologia, le neuroscienze, la sociologia e la meditazione.
La consapevolezza contraddistingue la natura umana da tutti gli altri esseri viventi. Non è oggettiva ma è qualcosa che interessa il soggetto che la vive nel momento in cui la sta percependo.
In realtà non possiamo definirla in senso stretto ma osservarne gli effetti, si potrebbe affermare che è la “materia” dell’umano, la sostanza per forgiare se stessi.
Essere consapevoli non vuol dire conoscere, essere coscienti di qualcosa, spesso noi siamo attratti da ciò che la consapevolezza contiene e rappresenta ma non dal contenuto, per esempio da un’emozione, da uno stato d’animo, da un pensiero ma non da ciò che lo ha determinato, dal contenuto piuttosto che dal contenitore perché siamo convinti che tutte le manifestazioni rappresentano la nostra identità.
Il problema sorge quando una sofferenza, un dolore, una forte emozione, uno stato d’animo causa una crisi che ci fa pensare che esiste un contenitore: il corpo.
Con la consapevolezza possiamo osservare cosa succede nel corpo, gli effetti della mente sul corpo aspirano a raggiungere un’unità mente - corpo. Proprio la stessa consapevolezza attraverso il respiro, può rappresentare un aspetto di “cura” per il nostro benessere.
Mi piace molto pensare alla consapevolezza come ad un palazzo a più piani. L’osservazione e la prospettiva del mondo circostante cambia mano a mano che si sale da un piano ad un altro, per arrivare alla massima visibilità che comprende l’orizzonte e oltre nella sua massima ampiezza e profondità.
Il termine mindfulness è la traduzione inglese della parola “Sati”, che in lingua Pali significa “attenzione consapevole”. In italiano il termine mindfulness ( Mind =mente, fulness= pienezza) si traduce con consapevolezza.
Jon .Kabat-Zinn, padre fondatore, psicologo, e professore emerito di medicina presso la University of Massachussets Medical School, la definisce come:
“Il processo di prestare attenzione in modo particolare: intenzionalmente, in maniera non giudicante, allo scorrere dell’esperienza nel presente momento dopo momento”.
La mindfulness non è un metodo per “aggiustare le cose” ma per prendersi cura di sé in un modo autenticamente semplice, insegna a focalizzarci con la fonte della nostra vita : il respiro. Respirare è una funzione spontanea, automatica, su cui molte persone non pongono la minima attenzione.
Attraverso la consapevolezza del respiro riusciamo a riconoscere le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre sensazioni, la sofferenza e la gioia di essere nel qui e ora, nel momento presente.
Dott.ssa Enza Gentile
Psicologa - Psicoterapia -Istruttore Senior di Mindfulness
e.gentile2015@gmail.com
mindfulnessepsiche@gmail.com
Bibliografia
Kabat-Zinn, J. (1999). Dovunque tu vada, ci sei già: una guida alla meditazione. TEA – Milano
Kabat-Zinn, J. (2005). Vivere momento per momento. Corbaccio – Milano
Kabat-Zinn, J. (2006). Riprendere i sensi. Corbaccio – Milano
Gunaratana, H. La pratica della consapevolezza. Ubaldini Editore – Roma
Hanh, T. N. (1992). Il miracolo della presenza mentale. Ubaldini Editore – Roma
A cura di Ken A.Verni ( 2018) Minfulness in pratica Ed. Demetra - Firenze
AA. VV.